Noto per l’architettura barocca e per il Festival della Valle d’Itria ospitato nel palazzo Ducale e in altri edifici storici, il borgo ha origini medievali e si trovò coinvolto in numerosi eventi storici importanti, tra cui la lotta tra Svevi e Angioini. Dal XV secolo ospita una comunità ebraica: la Giudecca di Martina Franca è localizzabile nelle attuali via degli Orfanelli, con l’appendice di via Cappelletti e nel vico Montedoro. Si possono visitare numerose Chiese e Palazzi Signorili oppure camminare nelle vie strette, piene di di vicoli ciechi del centro storico, dove le case si sviluppano secondo un’architettura verticale: piano terra bottega, primo piano cucina con forno, piani superiori camere da letto comunicanti attraverso un balcone con la terrazza superiore, piatta in stile greco, spesso non separata dall’edificio vicino e adatta per le essiccazioni di pomodori, fichi e altro. il pozzo, scavato sotto nella roccia calcarea, raccoglie acqua piovana e fungeva da rudimentale frigorifero. Nel corso della storia i ceti sociali di questa cittadina hanno tutelato le proprie esigenze iscrivendosi alle numerose Confraternite religiose, di cui 8 attive ancora oggi, e a due sodalizi laici nati al tempo dei moti mazziniani nella prima metà del 1800. L’allevamento dell’asino di Martina Franca e del cavallo di razza Murgese, assieme all’industria manifatturiera tessile, rappresentano una nota caratteristica dell’economia di questa zona. Oltre al vino “Martina D.o.c.”, sono rinomati il capocollo (salume con carne di maiali allevati in boschi di fragno), le bombette (involtini di capocollo ripieni di formaggio), i bocconotti (dolci di pasta frolla ripieni di crema pasticcera). Un ottimo modo per degustare ed acquistare i prodotti tipici è recarsi al mercato infrasettimanale del mercoledì.